LO SFASCIO DELLA GIUSTIZIA
I COSTI DEL DECLINO DELLA GIUSTIZIA E LE CONTRADDIZIONI DI ANGELINO
Non sfugge a chi lavora e a chi frequenta ogni giorno gli uffici giudiziari, lo sfascio che ogni lavoratore e ogni cittadino deve quotidianamente subire.
Non dovrebbe neanche sfuggire ai politici di turno, giacché annualmente il Ministro Alfano fa una relazione al Parlamento. Anche quest’anno diventa interessante leggere tra le righe i dati più significativi; indicheremo altresì le pagine. Essa, infatti, è il quadro apocalittico descritto dalla stessa Amministrazione; la stessa evidenzia quanta complicità ci sia anche nelle OO.SS. storicamente concertative ed in quelle, diremmo, paraconcertative.
Nel corso dell’anno 2010 i colleghi dell’Ufficio V° - pensioni hanno definito ben 6.617 pratiche di pensionamento, nonché ben 756 pratiche di riconoscimento di cause di servizio e pensioni privilegiate, a dimostrazione di quanti danni di salute subiscono i lavoratori giudiziari (pag. 142).
Per fare fronte all’emorragia di dipendenti, il vertici del Ministero hanno realizzato minimi risultati: 746 comandi o proroghe di comandi di personale proveniente da altre amministrazioni (sulla cui formazione hanno dovuto provvedere i colleghi di ruolo), 600 ulteriori comandi o proroghe di comandi di personale dipendenti dai Comuni provenienti dalle ex conciliazioni (sempre gli stessi da anni) e 70 tra centralinisti e operatori giudiziari oggetto di assunzione obbligatoria (pag. 141). Praticamente niente. Per quanto concerne le assunzioni, oggetto di promesse ai sindacati (s)concertativi, ne sono state richieste appena 747 unità nell’anno 2009: le richieste in questione giacciono sul tavolo del grande Brunetta dal marzo 2009 senza che ancora ne sia giunto riscontro favorevole: la speranza si sa, è l’ultima a morire! Per il 2010 sono state richieste ulteriori 220 unità, sempre per mobilità. La speranza continua…
Per quanto concerne la ricollocazione economica, grande vittoria degli (s)concertativi, il Ministro, consapevole della vittoria conseguita, afferma testualmente: ”… sotto il profilo qualitativo l’attività dell’Ufficio contenzioso è stata caratterizzata dalle controversie […] riguardanti la prima applicazione del Contratto Integrativo […]. L’impegno […] è stato notevole stante l’evidente impatto delle decisioni di eventuale accoglimento dei ricorsi in questione che avrebbe avuto come effetto la SOSPENSIONE del CCI nonché delle progressioni economiche bandite […] Grazie all’attività di studio e di preparazione […] tutte le suddette controversie si sono concluse in senso favorevole all’Amministrazione” (pag. 130).
Onore alla sincerità del Ministro, di gran superiore, nella fattispecie, a quella di chi ha sottoscritto! L’Amministrazione ha vinto e l’eventuale blocco del CCI avrebbe sospeso la partita del contratto stesso, non comportando la perdita dei soldi. Solo i lavoratori hanno perduto!
Non meno interessante è la rilevazione dello straordinario fabbisogno economico maturato dal sistema giustizia per effetto delle condanne per i ritardi di giurisdizione (Legge Pinto), pari alla stratosferica cifra di €. 82.408.357,90 senza tenere conto degli interessi, IVA e C.P.A. (pagine 111 – 115). Una somma il cui importo complessivo risulta ben superiore a quello dello scomparso fondo unico!
Chi paga per questi danni? E’ evidente che lo sfascio della giustizia danneggia i cittadini ed i dipendenti che, a sistema funzionante, lavorerebbero in migliori condizioni e in condizioni economiche quantomeno dignitose!