Gli studenti occupano, i presidi fanno cassa sui precari !
In questa settimana di occupazioni, in cui un fiume in piena di studentesse e studenti rivendica quei diritti fondamentali che governi bipartisan non sanno e/o vogliono garantire, molti colleghi precari ci hanno comunicato tutta la loro rabbia per la mancata proroga o conferma dei contratti di supplenza.
Diversi Dirigenti scolastici, infatti, stanno di fatto approfittando delle agitazioni studentesche per negare emblematicamente il diritto dei docenti precari al rinnovo del proprio contratto di lavoro! La normativa di riferimento è talmente esplicita e lineare che non sarebbe necessario alcun chiarimento. Non esiste un atto formale con cui i dirigenti scolastici abbiano stabilito la “sospensione delle lezioni” a causa delle occupazioni. L’escamotage dei dirigenti scolastici, pertanto, non ha alcun fondamento e, di conseguenza, è illegale non prolungare i contratti ai supplenti.
Tuttavia, la violazione delle norme e degli accordi contrattuali è, paradossalmente, l'aspetto meno grave della faccenda che stiamo denunciando. Riteniamo altamente immorale l’atteggiamento di questi dirigenti scolastici che, non potendosi rivalere sugli studenti, si vendicano sui lavoratori più sfruttati e meno tutelati, i precari, in piena “logica della giungla”.
Risparmiare pochi “spiccioli” sulla pelle dei lavoratori precari e delle loro famiglie, evidenzia tutto il degrado che sta attanagliando il sistema scuola nella sua totalità, evidenziando come le scuole siano luoghi di lavoro in cui lo sfruttamento si perpetra sui livelli più bassi della catena di montaggio e dove i processi di proletarizzazione della forza lavoro intellettuale hanno raggiunto livelli ottocenteschi.
Invitiamo gli studenti ad aprire gli spazi occupati a tutti i lavoratori precari e sfruttati delle loro scuole. Ricordiamo loro che le scuole non sono “astrazioni” (così vorrebbe far credere il potere quando prova a sottrarre la scuola alle dinamiche di sfruttamento del lavoro trasformando gli insegnanti in “istituzione” per poterli opprimere in silenzio con il consenso del mostro "opinione pubblica"), ma luoghi di lavoro in cui si perpetrano quotidiani soprusi, che richiedono da parte dei lavoratori capacità di risposta e consapevolezza dei propri diritti.
Ricordiamo ai dirigenti che la scuola dovrebbe educare all’uguaglianza, alla legalità e alla moralità, mentre l’autoritarismo, la paura e il controllo sociale che cercano di instillare con i loro atti, configurano la loro funzione alla stregua di “piccolo caudillo di provincia”, immorale, arrogante e oppressivo. Come sindacato saremo accanto ad ogni singolo lavoratore oppresso e sfruttato! Chiediamo a chi opera nella scuola di acquisire coscienza e consapevolezza della propria condizione di lavoratore, rispondendo con forza e coraggio ai piccoli abusi quotidiani dei dirigenti-sceriffo. In questa piccola battaglia consiste infatti il senso del proprio posto nella scuola!