USB NON FIRMA IL CONTRATTO DELL'ATENEO SALERNITANO
USB NON FIRMA IL CONTRATTO DELL’ATENEO SALERNITANO
DELUSE ASPETTATIVE NORMATIVE E DIVISIONE DEL FONDO ACCESSORIO
PASQUINO MENO DEMOCRATICO DI MARCHIONNE ?
INTESA SENZA REFERENDUM TRA I LAVORATORI
L’Unione Sindacale di Base, chiamata a ratificare sul tavolo separato il contratto collettivo integrativo 2011 dell’Università di Salerno, ne ha rifiutato la sottoscrizione. Si è confermata ancora una volta l’egemonia concertativa del Rettore con Cgil, Cisl e Uil. Anche questa volta, né i sindacati né il datore di lavoro, hanno portato a referendum il contratto integrativo di ateneo che sarà applicato a tutto il personale tecnico amministrativo. Ogni tentativo di aprire una contrattazione vera sul testo presentato dall’amministrazione, è stato vano. Se il paragone con Marchionne è una sottile provocazione (perché devono essere i sindacati e non il datore di lavoro a portare al voto i lavoratori), USB deve però denunciare con preoccupazione come ogni sua critica, nel merito dei contenuti formalizzati nella proposta di intesa del 16 marzo scorso, sia stata “colpevolmente” ignorata. Il testo, blindato e deludente per i lavoratori nella parte normativa e in quella economica, dimostrerà nei fatti esattamente il contrario degli obiettivi che le parti hanno messo su carta. Ancora una volta “efficacia” ed “efficienza” rappresentano un paravento propositivo più che una finalità oggettivamente raggiungibile. Ne è la dimostrazione il fallimento registrato nei primi 3 mesi del 2011 del “processo di profonda ed articolata riorganizzazione e razionalizzazione di tutto l’apparato amministrativo”, che è il cuore dell’accordo politico che a Salerno, il Magnifico e i sindacati collaborativi hanno stretto a fine dicembre e di cui il CCI 2011 (contratto collettivo integrativo) costituisce, per i lavoratori, una ben misera contropartita. La Fondazione, l’esternalizzazione e relativo impoverimento dei servizi di pulizia, custodia e vigilanza, il nuovo Statuto (imposto dalla controriforma Gelmini L.240/2010) e la rivoluzione dei dipartimenti cui viene espropriata una reale autonomia funzionale, portano l’Ateneo di Salerno ad un’accelerazione della sua trasformazione in senso privatistico della “governance” che trasforma i rettori in amministratori delegati.
USB non condivide e non stà a guardare
IL 7 APRILE PRESIDIO A ROMA SOTTO LA SEDE CRUI
I RETTORI DEVONO CAMBIARE ROTTA
Anche Salerno costituisce un esempio di come tutto il sistema universitario sia nel caos per colpa dei tagli e della controriforma Gelmini. I rettori devono cambiare rotta se non vogliono diventare i curatori fallimentari del sistema pubblico universitario nazionale, che ha invece bisogno di vedere revocati i tagli e di ottenere risorse economiche adeguate, sostegno all'occupazione, al diritto allo studio, alla ricerca pubblica, e quindi abrogazione della controriforma Gelmini. Per questi motivi l'Unione Sindacale di Base chiama alla mobilitazione tutta la comunità universitaria e convoca un presidio di protesta davanti alla Crui (Conferenza dei rettori delle università italiane), in piazza Rondanini, il prossimo 7 aprile, giorno in cui si riunisce l'assemblea straordinaria per eleggere il nuovo presidente. USB chiede ai rettori di recuperare il loro ruolo istituzionale e di porsi al fianco delle richieste di riforma vera avanzate in questi mesi dal personale tecnico amministrativo, dai precari, studenti, ricercatori e docenti.
il coordinamento USB Università
7 aprile 2011 - Rinascita
Sindacati: Pasquino, in sintonia soltanto con la Triplice
di Ernesto Ferrante
Salerno - Ha deciso di puntare i piedi l’Unione sindacale di base, rifiutando di sottoscrivere il contratto collettivo integrativo 2011 dell’Università di Salerno. L’egemonia concertativa del rettore Raimondo Pasquino con Cgil, Cisl e Uil, che lascia alle altre sigle sindacali solo "briciole", sotto forma di tavoli separati, colpisce ancora. Anche questa volta, infatti, né i sindacati "maggioritari" né il datore di lavoro, hanno portato a referendum il contratto integrativo di ateneo che sarà applicato a tutto il personale tecnico amministrativo. Ogni tentativo di aprire una contrattazione vera sul testo presentato dall’amministrazione, è andato a vuoto e l’Usb denuncia con preoccupazione come ogni sua critica, nel merito dei contenuti formalizzati nella proposta di intesa del 16 marzo scorso, sia stata "colpevolmente" ignorata. Il testo è stato giudicato blindato e deludente per i lavoratori, sia nella parte normativa che in quella economica e il fallimento registrato nei primi 3 mesi del 2011 del "processo di profonda ed articolata riorganizzazione e razionalizzazione di tutto l’apparato amministrativo", che è il cuore dell’accordo politico siglato a fine dicembre da Pasquino e i confederali, di cui il CCI 2011 (contratto collettivo integrativo) costituisce una ben misera contropartita, ne è la dimostrazione. La Fondazione, l’esternalizzazione e il relativo impoverimento dei servizi di pulizia, custodia e vigilanza, il nuovo Statuto (imposto dal papocchio normativo della Gelmini) e la rivoluzione dei dipartimenti, privati di fatto di una reale autonomia funzionale, portano l’ateneo di Salerno ad un’accelerazione della sua trasformazione in senso privatistico con il rettore nel ruolo di amministratore delegato. Salerno è uno dei tanti esempi del caos che regna sovrano nel sistema universitario. La strategia rettorale che ha puntato sull’avallo alla "riforma" Gelmini, come strumento di contenimento dei tagli ai bilanci, e sulla "necessità" della "riforma" come unica misura per evitare il tracollo del sistema universitario, si è rivelata sbagliata e sempre più atenei sono costretti a far fronte (tagliando corsi, sedi, servizi) ai mancati reintegri dei tagli ai bilanci universitari, ma anche a ulteriori difficoltà derivanti da ritardi nella distribuzione dei fondi. Pasquino e i suoi colleghi, rischiano di diventare i curatori fallimentari del sistema pubblico universitario nazionale, che ha invece bisogno di vedere revocati i tagli e di ottenere risorse economiche adeguate, sostegno all’occupazione, al diritto allo studio, alla ricerca pubblica. Dopo il presidio di protesta di ieri davanti alla Crui (Conferenza dei rettori delle università italiane), in piazza Rondanini, l’Usb ha annunciato nuove iniziative di protesta e chiesto ai rettori "di recuperare il loro ruolo istituzionale e di porsi al fianco delle richieste di riforma vera avanzate in questi mesi dal personale tecnico amministrativo, dai precari, studenti, ricercatori e docenti".
5 aprile 2011 - Cronaca di Salerno
Per il sindacato c'è un'egemonia concertativa del rettore con le altre sigle
Contratto collettivo, l'USB non firma
Caos all'università di Salerno. L'Unione sindacale di base si è rifiutata di firmare il contratto collettivo integrativo 2011. II motivo è stato spiegato dallo stesso sindacato. «Si è confermata ancora una volta l'egemonia concertativa del rettore con Cgil, Cisl e Uil. Anche questa volta, nè i sindacati nè il datore di lavoro, hanno portato a referendum il contratto integrativo di ateneo che sarà applicato a tutto il personale tecnico amministrativo. Ogni tentativo di aprire una contrattazione vera sul testo presentato dall'amministrazione è stato vano». A detta del sindacato, tutte le proposte per modificare il testo che sono state fatte nel corso della riunione tenutasi lo scorso 16 marzo sono state ignorate. «Il testo - continuano i rappresentanti dell'Usb - blindato e deludente per i lavoratori nella parte normativa e in quella economica,dimostrerà nei fatti esattamente il contrario degli obiettivi che le parti hanno messo su carta. Ancora una volta "efficacia" ed efficienza" rappresentano un paravento propositivo più che una finalità oggettivamente raggiungibile. Ne è la dimostrazione il fallimento registrato nei primi 3 mesi del 2011 del "processo di profonda ed articolata riorganizzazione e razionalizzazione di tutto l'apparato amministrativo", 'che è il cuore dell'accordo politico che a Salerno, il Magnifico e i sindacati collaborativi hanno stretto a fine dicembre e di cui il CCI 2011 (contratto collettivo integrativo) costituisce, per i lavoratori, una ben misera contropartita. La Fondazione, l'esternalizzazione e relativo impoverimento dei servizi di pulizia, custodia e vigilanza, il nuovo Statuto (imposto dalla controriforma Gelmini L.240/2010) e la rivoluzione dei dipartimenti cui viene espropriata una reale autonomia funzionale, portano l'Ateneo di Salerno ad un'accelerazione della sua trasformazione in senso privatistico della "governance" che trasforma i rettori in amministratori delegati». L'Usb annuncia anche che terrà un presidio di protesta davanti alla Crui il prossimo 7 aprile, quando si voterà per eleggere il nuovo presidente perchà «i rettori devono cambiare rotta».
5 aprile 2011 - La Città di Salerno
Il sindacato di base non firma l’accordo:«Deludente per i lavoratori»
Ateneo, l’Usb boccia il nuovo contratto
Salerno - E’ un no deciso quello che l’Unione sindacale di base ha manifestato al contratto integrativo di lavoro dell’Universitá degli Studi di Salerno. Al centro della mancata sottoscrizione, la delusione delle aspettative per alcuni elementi salariali.
L’Usb è stata l’unica "voce sociale" a non firmare l’accordo, al contrario delle segreterie di Cgil, Cisl e Uil. «Anche questa volta - ha detto il segretario Usb, Pietro Di Gennaro - né i sindacati né il datore di lavoro, hanno portato a referendum il contratto integrativo di ateneo che sará applicato a tutto il personale tecnico amministrativo. Ogni tentativo di aprire una contrattazione vera sul testo presentato dall’amministrazione, è stato vano».
Il testo, come sottolinea il segretario Usb, sarebbe «blindato e deludente per i lavoratori, sia nella parte normativa che in quella economica. Ne è la dimostrazione - ha ribadito - il fallimento registrato nei primi tre mesi del 2011 del "processo di profonda ed articolata riorganizzazione e razionalizzazione di tutto l’apparato amministrativo", che è il cuore dell’accordo politico che a Salerno, il Magnifico e i sindacati collaborativi hanno stretto a fine dicembre e di cui il contratto integrativo costituisce, per i lavoratori, una ben misera contropartita». Elementi della riorganizzazione, la nascita di una Fondazione, l’esternalizzazione dei servizi di pulizia, custodia e vigilanza, il nuovo Statuto, e la rivoluzione dei dipartimenti.(d.t.)
4 aprile 2011 - Italia News
Salerno. Università: PASQUINO MENO DEMOCRATICO DI MARCHIONNE?
di Donato Paolino
Salerno - Comunicato stampa USB:
USB NON FIRMA IL CONTRATTO DELL’ATENEO SALERNITANO DELUSE ASPETTATIVE NORMATIVE E DIVISIONE DEL FONDO ACCESSORIO. PASQUINO MENO DEMOCRATICO DI MARCHIONNE ? INTESA SENZA REFERENDUM TRA I LAVORATORI
L’Unione Sindacale di Base, chiamata a ratificare sul tavolo separato il contratto collettivo integrativo 2011 dell’Università di Salerno, ne ha rifiutato la sottoscrizione. Si è confermata ancora una volta l’egemonia concertativa del Rettore con Cgil, Cisl e Uil. Anche questa volta, né i sindacati né il datore di lavoro, hanno portato a referendum il contratto integrativo di ateneo che sarà applicato a tutto il personale tecnico amministrativo. Ogni tentativo di aprire una contrattazione vera sul testo presentato dall’amministrazione, è stato vano. Se il paragone con Marchionne è una sottile provocazione (perché devono essere i sindacati e non il datore di lavoro a portare al voto i lavoratori), USB deve però denunciare con preoccupazione come ogni sua critica, nel merito dei contenuti formalizzati nella proposta di intesa del 16 marzo scorso, sia stata "colpevolmente" ignorata. Il testo, blindato e deludente per i lavoratori nella parte normativa e in quella economica, dimostrerà nei fatti esattamente il contrario degli obiettivi che le parti hanno messo su carta. Ancora una volta "efficacia" ed "efficienza" rappresentano un paravento propositivo più che una finalità oggettivamente raggiungibile. Ne è la dimostrazione il fallimento registrato nei primi 3 mesi del 2011 del "processo di profonda ed articolata riorganizzazione e razionalizzazione di tutto l’apparato amministrativo", che è il cuore dell’accordo politico che a Salerno, il Magnifico e i sindacati collaborativi hanno stretto a fine dicembre e di cui il CCI 2011 (contratto collettivo integrativo) costituisce, per i lavoratori, una ben misera contropartita. La Fondazione, l’esternalizzazione e relativo impoverimento dei servizi di pulizia, custodia e vigilanza, il nuovo Statuto (imposto dalla controriforma Gelmini L.240/2010) e la rivoluzione dei dipartimenti cui viene espropriata una reale autonomia funzionale, portano l’Ateneo di Salerno ad un’accelerazione della sua trasformazione in senso privatistico della "governance" che trasforma i rettori in amministratori delegati. USB non condivide e non stà a guardare.
IL 7 APRILE PRESIDIO A ROMA SOTTO LA SEDE CRUI I RETTORI DEVONO CAMBIARE ROTTA
Anche Salerno costituisce un esempio di come tutto il sistema universitario sia nel caos per colpa dei tagli e della controriforma Gelmini. I rettori devono cambiare rotta se non vogliono diventare i curatori fallimentari del sistema pubblico universitario nazionale, che ha invece bisogno di vedere revocati i tagli e di ottenere risorse economiche adeguate, sostegno all'occupazione, al diritto allo studio, alla ricerca pubblica, e quindi abrogazione della controriforma Gelmini. Per questi motivi l'Unione Sindacale di Base chiama alla mobilitazione tutta la comunità universitaria e convoca un presidio di protesta davanti alla Crui (Conferenza dei rettori delle università italiane), in piazza Rondanini, il prossimo 7 aprile, giorno in cui si riunisce l'assemblea straordinaria per eleggere il nuovo presidente. USB chiede ai rettori di recuperare il loro ruolo istituzionale e di porsi al fianco delle richieste di riforma vera avanzate in questi mesi dal personale tecnico amministrativo, dai precari, studenti, ricercatori e docenti.