Sabato 12 alla manifestazione No Muos di Catania USB in piazza per la liberazione dei 18 pescatori ostaggio a Bengasi
Sabato 12 dicembre si svolge a Catania una manifestazione contro le spese militari e la militarizzazione in risposta all'appello del Movimento NoMuos per una giornata di mobilitazione sui territori.
La Federazione del Sociale USB Catania ha aderito e caratterizzerà la propria presenza rinnovando la richiesta per la liberazione dei 18 pescatori di Mazara del Vallo dal 1° settembre prigionieri di Haftar, a Bengasi. Questi lavoratori non c'entrano nulla con "la guerra del pesce", sono ostaggio delle politiche economiche e militari del sistema imperialista e delle multinazionali. L'Italia infatti, mentre non si sa nulla dei 18 pescatori, continua a stipulare trattati con Tripoli - Minniti ha fatto scuola - e, nonostante i casi Regeni e Zaki, continua a fare affari con l'Egitto che sostiene il governo di Bengasi insieme all'Arabia Saudita e agli Emirati Arabi Uniti, alleati dello stato sionista d'Israele.
La lotta per chiedere la liberazione dei 18 lavoratori di Mazara del Vallo, quindi, è parte integrante della lotta contro lo sfruttamento e contro l'imperialismo e la militarizzazione dei nostri territori e del Mediterraneo.
L'appuntamento è per sabato 12 dicembre, alle ore 16:00 in Piazza Stesicoro.
Federazione del Sociale USB Catania
Catania 11-12-2020
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Di seguito il comunicato del Movimento NoMuos per la giornata di lotta di oggi.
Per il 12 dicembre il Movimento NO MUOS aveva previsto di organizzare una manifestazione regionale; purtroppo le recenti restrizioni all’agibilità sia individuale che sociale e politica dovute ai DPCM del governo in funzione anti Covid-19, ci impongono di rimandare ad altra occasione la manifestazione.
L’assemblea delle attiviste e degli attivisti ha tuttavia deciso di lanciare un appello per scendere egualmente in piazza in Sicilia, in tutti i territori ove ciò sarà possibile, in maniera statica, per dare vita ad un 12 dicembre NO MUOS corale, diffuso, conflittuale.
Il 12 dicembre è la ricorrenza della strage di Piazza Fontana, e simbolicamente di tutte le stragi volute e attuate da settori dello Stato e dei servizi segreti italiani e americani, con la manovalanza fascista al loro servizio, per affermare sbocchi sempre più autoritari nel paese e frenare le forze del rinnovamento e del riscatto sociale. In questo periodo in cui la pandemia da coronavirus sta mietendo una infinita strage, a causa principalmente di scelte scellerate che hanno reso - tra le altre cose - impotente il sistema sanitario pubblico, siamo convinti che il 12 dicembre possa rappresentare appieno quest’ultimo attacco alle condizioni di vita delle masse popolari.
Non riteniamo la pandemia un fattore neutro che si abbatte sulla società in maniera indiscriminata. Senza una sanità pubblica falcidiata dai tagli ai finanziamenti, dalle chiusure delle strutture nei territori, dai furti delle mafie politiche, dai favoritismi verso la sanità privata (principalmente legata alla Chiesa), oggi non saremmo così vulnerabili.
Senza il continuo foraggiamento miliardario dell’esercito che spudoratamente continua a chiedere soldi al governo, delle basi militari, delle missioni militari all’estero, dell’industria bellica, a scapito della sanità, dell’istruzione e della ricerca, dei trasporti pubblici, dei servizi essenziali per la popolazione, oggi non ci troveremmo così indifesi.
Senza un settore scientifico piegato agli interessi economici delle multinazionali e non alle esigenze delle classi popolari oggi non ci troveremmo disarmati davanti a un virus.
Senza la distruzione dell’ambiente, la continua ricerca del profitto con la quale il sistema capitalista ha reso questo pianeta sempre più invivibile, oggi l’umanità non sarebbe minacciata dai virus letali che questo distorto sistema provoca e produce.
Il 12 dicembre scendiamo in piazza tutte e tutti nelle forme e con i metodi che ogni territorio può mettere in campo (presidi, flash mob, striscionate ecc) con queste parole d’ordine:
- No alle spese militari che i soldi vengano spese per la sanità, i trasporti pubblici, le scuole.
- Contro il Recovery Fund, strumento di indebitamento per la realizzazione di grandi opere inutili.
- Per la realizzazione di un piano di messa in sicurezza del territorio.
- Per la chiusura di tutte le basi militari USA e NATO sul nostro territorio.
- Per il rientro immediato dei militari italiani impiegati in oltre 40 missioni militari all'estero a difesa degli interessi dei monopoli italiani.
- Per la libertà di movimento e contro i barconi della morte e per una gestione del fenomeno migratorio rispettosa della dignità di donne, uomini e bambini.