RdB Università: CON GLI STUDENTI IN PIAZZA DEL SAPERE
Oggi all’Università di Salerno si è svolta un’assemblea pubblica all’aperto con lavoratori e studenti dell’Ateneo. Gli studenti hanno preso la parola e hanno denunciato gli arretramenti che il “diritto allo studio” sta subendo in questi anni. Meno feste ma più borse di studio, ecco cosa vogliono. Studenti e lavoratori hanno dimostrato la solidarietà ai fratelli braccianti perseguitati nella Piana del Sele, raccontando e denunciando la vergogna di San Nicola Varco. Al centro dell'assemblea l'avvio ad un'opposizione di massa al disegno di legge di riforma dell'università licenziato dal governo il 28 ottobre scorso.
BOCCIAMO LA RIFORMA GELMINI
AVVIAMO LO STATO DI AGITAZIONE IN TUTTI GLI ATENEI ITALIANI
Dal Ministro una riforma autoritaria che accelera l’aziendalizzazione dell’Università, scaricando i costi su lavoratori, precari e studenti
La RdB-CUB Università denuncia l'espulsione del personale Tecnico Amministrativo da tutti gli organi istituzionali rappresentativi. Denuncia la sua ferma opposizione all’Università impresa che accentra tutta la "governance" in un ristretto ma potentissimo Consiglio di Amministrazione in cui entrano su chiamata diretta i privati e magari qualche politico trombato dal territorio. Si introduce l'indebitamento degli studenti con i prestiti d'onore, altro che diritto allo studio. Questo disegno di legge è una vergogna che viola apertamente gli articoli 3 e 33 della Costituzione e scarica i costi della riforma universitaria su lavoratori, precari e studenti.
Il disegno di legge proposto dal Ministro avvia una riforma autoritaria imponendo la modifica degli statuti universitari minacciando il commissariamento degli atenei. E' un atto di forza, parallelo ai tagli che aumentano il sotto-finanziamento degli Atenei, che impone lo svilimento del Senato Accademico declassato a mero istituto propositivo sottomesso al CdA, per mettere in condizione i Rettori di accelerare il processo di aziendalizzazione privatistica degli Atenei italiani. Le rappresentanze sudentesce vengono annullate e ridotte al puro “diritto di tribuna”. I privati, addirittura, potranno finanziare direttamente gli stipendi di professori e ricercatori che sono previsti solo con contratti a tempo determinato (si allunga così, di altri 6 anni il precariato eccellente che si aggiunge ai 6 anni di assegni di ricerca).
Cavalcando la demagogia della meritocrazia questo disegno di legge rafforza il progetto di smantellamento dell'Università Pubblica; per questo respingiamo questo DDL. Invitiamo alla discussione tutte le diverse componenti della comunità universitaria a partire dagli studenti insieme alle forze politiche parlamentari ed extraparlamentari del territorio, per dare corpo ad un'opposizione di massa che riesca a gennaio ad imporre al Parlamento la bocciatura della riforma Gelmini. L'ineffabile min. Gelmini si nasconde dietro il malgoverno degli atenei dimenticando che la stragrande maggioranza degli atenei nel 2010 andrà in rosso se non vengono restituiti i fondi sottratti con la legge 133.
Cavalcando la demagogia della meritocrazia questo disegno di legge rafforza il progetto di smantellamento dell'Università Pubblica; per questo respingiamo questo DDL. Invitiamo alla discussione tutte le diverse componenti della comunità universitaria, a partire dagli studenti e RSU degli atenei insieme alle forze politiche parlamentari ed extraparlamentari del territorio, per dare corpo ad un'opposizione di massa che riesca a gennaio ad imporre al Parlamento la bocciatura della riforma Gelmini.
18 novembre 2009 - Il Mattino
Salerno. Una carovana di striscioni...
di Gianluca Sollazzo
Salerno - Una carovana di striscioni, cori e slogan. Rumorosa, nutrita. Ma soprattutto pacifica. È stato il giorno della protesta degli studenti. Anche a Salerno, come nel resto del Paese. A salire in cattedra, ieri, sono stati proprio loro. Traffico in tilt e strade del centro invase dall'onda di protesta degli studenti salernitani, scesi in piazza in occasione della giornata internazionale di mobilitazione studentesca proclamata dall'Unione nazionale degli studenti, dal Link coordinamento universitario e dalla Rete degli studenti. A sfilare in un corteo che ha attraversato tutto corso Vittorio Emanuele sono stati più di tremila manifestanti. Accomunati dalla lotta per la difesa del diritto allo studio. "Riprendiamoci il nostro futuro", "Cambiare ora!", "La scuola non è in vendita", eccoli alcuni degli striscioni preparati per l'occasione che riassumono il senso della mobilitazione. Nel giorno della protesta del mondo degli studenti di Salerno, si sono insinuati anche problemi di carattere locale. Solidarietà agli immigrati sgomberati dal "ghetto" di San Nicola Varco di Eboli è stata espressa dall'unanimità dei manifestanti che nel corso di un'assemblea pubblica svoltasi a piazza Portanova hanno cercato di offrire all'opinione pubblica spunti di riflessione. «Era nostro dovere - spiega Francesco Santimone, coordinatore provinciale dell'Uds - esprimere il nostro disappunto di fronte alla barbarie che si è consumata nei confronti di poveri extracomunitari costretti a subire, oltre allo sfregio del caporalato e dello sfruttamento, anche quello dello sgombero disumano». Confronto, ma anche l'immancabile colore di una fiumana di manifesti, volantini e slogan fischiettati che hanno riempito il corso. Un appuntamento a cui non ha voluto mancare proprio nessuno. Al corteo partito ieri da piazza Ferrovia dopo le 9.30 hanno preso parte le delegazioni studentesche di tutti gli istituti del capoluogo. Presenze anche dalla provincia. Da Battipaglia, Eboli, dalla valle dell'Irno. Proprio gli studenti di alcune scuole di Mercato San Severino e dell'area battipagliese, hanno posto all'attenzione generale la precarietà edilizia dei loro istituti. «Sono emerse nel corso del confronto - spiega Santimone dell'Uds - situazioni serie di difficoltà strutturale, la questione della sicurezza nelle scuole deve diventare una priorità soprattutto nella nostra provincia». Studenti in piazza per ribadire ancora una volta il loro secco "no" alla riforma dell'istruzione, al piano di riordino di quella rete scolastica introdotta dal ministro dell'istruzione Gelmini che ha fatto scattare l'accesa agitazione del mondo degli insegnanti. Anche loro scesi in piazza tra agosto e settembre per contrastare la riforma della scuola pubblica. Da ieri gli studenti hanno cominciato ad alzare la voce. E, a sentirli ieri, nella grande sfilata di piazza durata mezza giornata, si direbbe che sono pronti a non fare alcun passo indietro. «Le proteste continueranno - afferma il coordinatore dell'Uds - abolire la scuola e l'università pubblica, come di fatto propone il governo, significa sostanzialmente rassegnarsi in maniera definitiva al declino del nostro paese e alla sconfitta della nostra generazione». Dal centro del capoluogo all'Ateneo di Fisciano, non cambiano gli scenari di protesta. Lo sciopero generale del mondo studentesco, ieri, si è diffuso a macchia d'olio. Mobilitazione in mattinata anche all'Università dove in piazza del Sapere una folta rappresentanza di studenti si è riunita in una assemblea pubblica denunciando gli "arretramenti che il diritto allo studio sta subendo in questi anni". «Il disegno di legge che riguarda l'università - fanno sapere in una nota la Rdb Cub pubblico impiego-Università e la Rete degli studenti di Salerno - avvia una riforma autoritaria che accelera l'aziendalizzazione dell'università, scaricando i costi su lavoratori, precari e studenti».