Catania. Fermiamo questa follia: le lavoratrici e i lavoratori non si arruolano per il riarmo, la guerra e la fine dello stato sociale. 15 marzo Presidio davanti alla villa Bellini h. 17.30
C'è una incompatibilità assoluta, che la Storia ha sempre dimostrato, tra gli interessi delle lavoratrici e lavoratori e gli interessi di chi vuole fare la guerra.
Oggi l’Unione Europea ha deciso di stanziare 800 miliardi di euro per ri-armare l’Europa, costituire un esercito europeo, forte di almeno 40.000 uomini e donne, e per trovare le risorse ogni Paese UE dovrà accettare di stornare risorse a favore dell’economia di guerra, sottraendone ancora alla sanità, alle pensioni, al lavoro, ai contratti, ai salari, alla casa, alla messa in sicurezza dei territori, dimostrando così che i vincoli di bilancio non valgono e i cordoni della borsa si possono allargare o restringere se si tratta di riarmo o di welfare.
Quello che sta accadendo in questi giorni, con un chiaro disegno di interventismo bellico europeo, che passa dal via libera dall’Eurocamera al piano del riarmo UE, alla piazza romana figlia del nocivo effetto- Serra, alla stampa con l’elmetto in testa, ci porta di fronte a un salto di qualità pericolosissimo, di quelli dai quali non si torna indietro.
Le lavoratrici e i lavoratori sono sempre stati portatori di pace e di progresso, non di trasformazione di Stato Sociale in Stato Militare.
USB lo dice da sempre: abbassate le armi, alzate i salari e il prossimo 15 marzo sarà in piazza a Catania insieme alle realtà cittadine che hanno scelto di stare dalla parte della Storia che vuole fermare l’escalation militare e chiedere pace e Stato Sociale
Manifestiamo contro il riarmo e l’economia di guerra, nessuna complicità del mondo del lavoro con i guerrafondai
USB Catania