Agrigento Capitale della Cultura 2025. Che cali il sipario al Teatro Pirandello e si parli seriamente dei problemi

© José Luiz Bernardes Ribeiro via Wikimedia Commons
Roma -

Come da “copione” dell’oramai ben nota maniera di fare politica orientata all’ostentazione più eclatante nonostante le evidenze, lo scorso sabato 18 gennaio si è tenuto l’incontro istituzionale tenutosi presso il Teatro Pirandello di Agrigento in occasione della visita del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per l'apertura delle celebrazioni di Agrigento Capitale della Cultura 2025.

Certamente la designazione di Agrigento come Capitale della Cultura 2025 rappresenta certamente un'opportunità storica, ma non possiamo ignorare le profonde criticità strutturali che affliggono il nostro territorio. La città, pur ricca di storia e cultura millenaria, rimane drammaticamente isolata dal resto della Sicilia e dell'Italia:

  • Una rete ferroviaria fatiscente e inadeguata che non garantisce collegamenti efficienti con il resto dell'isola;
  • L'assenza di un aeroporto che costringe cittadini e potenziali visitatori a lunghi e disagevoli trasferimenti;
  • La strada statale Agrigento-Palermo, arteria fondamentale per il territorio, ridotta a poco più di una "trazzera", indegna di una società civile del XXI secolo
  • L'incompiuta Agrigento-Caltanissetta, il cui cantiere si protrae da oltre vent'anni, simbolo dell'inefficienza amministrativa e dell'abbandono del territorio
  • Una rete stradale che sembra cristallizzata all'epoca borbonica, inadatta alle esigenze di mobilità contemporanee

Ed in questo contesto di pesante arretratezza infrastrutturale, il Sindaco e l’amministrazione tutta hanno comunque ritenuto escludere la USB dall'incontro istituzionale, mettendo in piedi un vero e proprio teatrino istituzionale che non ci ha permesso di mettere in luce le problematiche di un territorio che necessita di interventi veri e di prospettiva e non di certo di nomine tampone e “risoluzioni” temporanee.

E per questo, per noi diventa spontaneo - e soprattutto d’obbligo - chiedersi come si possa parlare di cultura senza affrontare le questioni strutturali che condizionano pesantemente la vita dei cittadini e dei lavoratori.

Ma invece del confronto vero, in un momento in cui si dovrebbe celebrare l'inclusività e la partecipazione di tutte le componenti sociali, si è invece optato per una selezione discriminatoria delle parti sociali da coinvolgere.

Per questo riteniamo necessario non solo ricevere gli opportuni chiarimenti sui criteri adottati per la “selezione” delle parti sociali coinvolti, ma anche richiedere che si avvii un confronto serio sulle criticità infrastrutturali del territorio con l'apertura di un tavolo di discussione permanente sullo sviluppo integrato del territorio e che veda anche la nostra partecipazione quale Organizzazione Sindacale maggiormente rappresentativa.

La cultura non può essere ridotta a mera celebrazione quando le infrastrutture base del territorio versano in condizioni così critiche. USB continuerà a portare avanti le istanze dei lavoratori e dei cittadini con ancora maggiore determinazione, rivendicando il proprio ruolo nel processo di sviluppo culturale, sociale ed infrastrutturale del territorio.

La nostra organizzazione si riserva di intraprendere tutte le azioni necessarie per tutelare i diritti dei lavoratori e per sollecitare un reale piano di sviluppo territoriale che vada oltre le celebrazioni culturali.

 

Coord. Nazionele USB LP - Settore TPL