A difesa del diritto alla salute e della Sanità pubblica siciliana. È tempo di dire basta
Era il 2008 quando Cuffaro veniva condannato in primo grado per favoreggiamento aggravato con Cosa Nostra. Recluso nel carcere romano di Rebibbia dal 22 gennaio 2011 è stato scarcerato il 13 dicembre 2015.
Oggi, a distanza di quasi 10 anni dalla scarcerazione, ritorna sulla sanità siciliana l’ombra della gestione clientelare di Cuffaro, esattamente come tutto ciò che è passato di mano all’ex presidente, ex senatore, segretario partitico e attuale uomo-ombra di una Regione Siciliana ormai allo sbando.
La Sanità siciliana, già distrutta dalla sua precedente gestione, oggi annientata dagli interessi privatistici, mano lunga di un clientelismo che arriva a “una comprovata inclinazione a piegare l’esercizio della funzione amministrativa a scopi estranei all’interesse pubblico”. Le siciliane e i siciliani aspettano fino ad 8 mesi per un esame istologico, la rinuncia alle cure è un fenomeno in crescita, con una percentuale di circa il 9 per cento della popolazione che ha rinunciato ad almeno una prestazione sanitaria nel 2024, principalmente a causa delle lunghe liste d'attesa e delle difficoltà economiche. I dati del 2024 indicano che circa 432.00 siciliani hanno dichiarato di aver rinunciato a cure necessarie.
Il personale della Sanità lavora in cronica carenza di organico, fra turni massacranti e soprannumeri di ricoveri che non si riescono a gestire compromettendo la qualità dell'assistenza all'utenza.
Per quanto ancora tutto questo può ancora essere tollerato, accettato, concesso?
Per quanto ancora si potrà accettare di avere a che fare con Amministrazioni che si trincerano dietro la foglia di fico della privacy e non garantiscono nessuna trasparenza nelle procedure?
Con un sistema di appalti ed esternalizzazioni che, nella Sanità e non solo, crea ricattabilità e disparità di trattamento dentro lo stesso luogo di lavoro?
Con l’abrogazione nel 2024 dell’abuso d’ufficio, ovvero uno dei reati che faceva da argine allo scempio dei funzionari e dei vertici amministrativi?
Le carte di questa inchiesta sono la punta di un iceberg di un sistema che ha varie radici strutturali e che continua a vegetare usando le istituzioni come strumenti di clientele e riproduzione del potere.
È tempo di ribellarsi e dire NO. La Sicilia può cambiare. La Sicilia deve cambiare.
E può farlo solo con una presa di coscienza collettiva.
USB da sempre in lotta contro il sistema degli appalti e dei subappalti, per una Pubblica amministrazione trasparente e slegata dai giochi di potere della politica, a fianco del personale sanitario per garantire adeguate condizioni di lavoro, oggi è in campo in Sicilia insieme all’associazione dei consumatori ABACO per mettere al centro la vergognosa questione delle liste d’attesa della Sanità in Sicilia.
Il prossimo Sciopero generale contro la finanziaria di guerra del 28 novembre diventi una data di sussulto del popolo siciliano
Scendiamo insieme in piazza e assediamo i palazzi del potere per chiedere giustizia sociale e ridare dignità a questa Terra, stuprata da una classe dirigente che trasforma sistematicamente i diritti in privilegi.
Dopo i cannoli scomposti, portati come un trofeo dopo la condanna, non possiamo accettare la Sanità scomposta!
USB PI Sicilia