Non vogliamo scalare i "Monti": giù le mani da pensioni, scuola, casa, art.18, Iva

Palermo -

 

Venerdì 2 dicembre ore 16, Piazza Politeama, Palermo

 

L'USB PALERMO in piazza contro baroni universitari, banchieri, donne e uomini vicini alla CONFINDUSTRIA e qualche guerrafondaio. Pressoché tutti in odore di santità. E’ questo il nuovo che avanza, il governo super partes capace di portare l’Italia fuori dalla crisi.

Tagli alle pensioni attraverso l'applicazione del contributivo per tutti, allungamento degli anni necessari per la pensione di anzianità e comunque aumento generalizzato della vita lavorativa, ICI sulla casa e aumento delle rendite catastali, possibile aumento dell'IVA; e poi inizio del confronto, con le forze sindacali che “collaborano”, per tagliare altri diritti a cominciare dall'art. 18: sarebbero questi i primi provvedimenti “equi” del Governo Monti, mentre a ottobre i salari perdono l'1,7% del proprio potere di acquisto e non si rinnovano i contratti di lavoro.

Si parla anche di minipatrimoniale, ma in una forma veramente provocatoria per chi non riesce ad arrivare a fine mese: il 2 per mille oltre 1.5 milioni di patrimonio, 2.000 Euro ogni milione di Euro di ricchezza - e non è neanche un provvedimento certo.

Significative le presenze di personaggi noti per avere più volte sposato e sostenuto linee molto rigide di attacco al welfare, soprattutto al sistema pensionistico pubblico, e per privatizzazioni in ogni campo, in buona sostanza in abbondante continuità con il governo che fu. L’uscita dalla crisi dovrebbe quindi avvenire attraverso una forte riduzione dei diritti e dello stato sociale, anche in barba ai 27 milioni di cittadini che, utilizzando il referendum sull’acqua e per la permanenza del pubblico nei servizi, hanno chiaramente espresso la propria contrarietà all’ipotesi incarnata dal governo Monti/Napolitano.

E la prevista durata di questo governo fino a fine legislatura fa presupporre che gli interventi, tesi ad assolvere al compito di ancelle del dio mercato, saranno più d’uno, strutturali come solo i governi tecnici sanno fare – ricordate la riforma delle pensioni targata Dini? –, aumenteranno la distanza tra il 10% che detiene il 50% della ricchezza e il 90% che ne detiene, anche qui con la media del pollo, il restante 50%, renderanno il lavoro, sempre più, variabile dipendente dal capitale e dagli interessi di impresa, garantiranno alla Banca Centrale Europea, al Fondo Monetario Internazionale, all’ Unione Europea la soddisfazione di tutte le loro richieste che segneranno per molti anni la qualità della vita e di lavoro di tutti noi. Non solo gli uomini del grande capitale si sono attrezzati per governare gli Stati, dall’Italia alla Grecia, ma anche per farlo con un consenso parlamentare bulgaro.

Lo scontro sarà quindi di lunga durata, probabilmente lo dovremo combattere da soli – le dichiarazioni di tutti i leader sindacali dicono che l’opposizione, ove ci fosse, sarà più di forma che di sostanza – sperando di costruire un fronte ampio e partecipato da tutto il sindacalismo conflittuale ed indipendente, che smessi i panni identitari sia capace di riunificare i propri percorsi e costruire iniziative e lotte che possano far capire agli italiani che il sogno Monti è solo un brutto "incubo".