IPCL Cassarà: la statalizzazione non leda i diritti di studenti e lavoratori

 

Con la Deliberazione della Giunta Provinciale n° 5 del 28 gennaio 2013 (da sottoporre al Consiglio Provinciale) viene approvato lo schema di convenzione fra Miur e Provincia Regionale di Palermo, relativamente alla “statalizzazione dell'Istituto Provinciale di Cultura e Lingue "Ninni Cassarà" di Palermo in via Don Orione 44, di una succursale in via Fattori n. 86,nonché di tre sedi distaccate nei comuni di Cefalù, Terrasini ed Alimena, con decorrenza dal 1° settembre 2013”.

L’Unione Sindacale di Base, comparto scuola, ritiene che la propria azione sindacale debba avere come riferimento l’art.33 della Costituzione Repubblicana, che afferma: “La Repubblica detta le norme generali sull'istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi. Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato”. La naturale conseguenza di questo indirizzo statale, laico e democratico della scuola italiana, ci porta a vedere con favore il processo di statalizzazione dell’I.P.C.L. “Ninni Cassarà”, che farà uscire l'Istituto dalla dimensione “paritaria” strappandolo a quella gestione politica che, in questi anni, ha costituito solo un ostacolo per lo sviluppo della scuola, come testimoniato dalle progressive contrazioni di organico registrate anno dopo anno e dai ritardi nelle convocazioni del personale precario. La statalizzazione deve essere finalizzata esclusivamente a uniformare sotto tutti i punti di vista il Liceo Linguistico “Cassarà” alla Scuola Pubblica Statale, a beneficio di una chiarezza che non potrà più generare in futuro tensioni e conflittualità.

Tuttavia, saremo estremamente vigili affinché questo passaggio di competenze non comporti tagli al personale docente e non docente, e ci opporremo radicalmente, come abbiamo sempre fatto, a qualsiasi ipotesi di accorpamento fra classi o di aumento del numero di alunni per classe. Vigileremo altresì affinché l'Amministrazione statale non chiuda il plesso di Alimena, pensando magari di dirottare altrove gli alunni di quella comunità, perché riteniamo che i diritti degli studenti debbano assolutamente essere tutelati. I plessi di Terrasini ed Alimena dovranno continuare ad essere attivi, rappresentando da ogni punto di vista un prezioso punto di riferimento per i rispettivi comprensori.

In tal senso restiamo fortemente perplessi rispetto alle "previsioni" effettuate pubblicamente dal Presidente della Provincia Avanti rispetto alla prossima chiusura del plesso di Alimena (nonostante l'approvazione della sua statalizzazione come da delibera). Così come restiamo profondamente perplessi dalla scelta dello stesso Presidente Avanti di convocare nei giorni scorsi i docenti dell'IPCL a un incontro con lui in due giorni diversi. Respingiamo l'arroganza con cui lo stesso Avanti ha di fatto cacciato i precari che – rifiutando l'assurda posizione del doppio binario – si erano presentati all'incontro insieme ai colleghi di ruolo.

Al contrario di altre sigle sindacali, che in questi anni hanno a nostro avviso speculato sulla pelle dei precari e fingono di lottare per la “scuola statale”, riteniamo positivo che dal prossimo anno gli stessi precari siano chiamati dalle graduatorie statali, sicuramente garanti di equità, contrariamente alle "particolari" graduatorie dell'Istituto, la cui difformità rispetto ai parametri nazionali è stata causa di lunghi contenziosi.

Riteniamo infine che non si possano equiparare indistintamente le posizioni dei precari, così come fatto da altre sigle sindacali. Infatti, coerentemente con le normative europee, rivendichiamo che i lavoratori precari che abbiano stipulato un contratto annuale al 31 agosto per tre anni consecutivi sulla “stessa cattedra o posto vacante” siano immediatamente stabilizzati, e siamo pronti a supportare i lavoratori che decidano di portare avanti la rivendicazione di questo diritto".