Statalizzare l'IPCL "Cassarà" per garantire equità e giustizia,basta con clientelarismo e privilegi!

Palermo -

Nel corso della seduta del 26/07/2011, con deliberazione n° 125, la Giunta della Provincia Regionale di Palermo ha manifestato la volontà di statalizzare l’Istituto Paritario Provinciale di Cultura e Lingue “Ninni Cassarà”.

E’ chiaro che l’eventuale realizzazione di questo piano di statalizzazione non deve in alcun modo ledere i diritti acquisiti (economici e giuridici) dei lavoratori di ruolo che da anni lavorano in pianta stabile nell’I.P.C.L. . Altrettanto chiaro che la statalizzazione non deve assolutamente ledere i diritti degli studenti delle sezioni staccate di Terrasini ed Alimena, sezioni che dovranno continuare ad essere operative anche in caso di passaggio di competenze al MIUR. La sezione di Alimena, in particolare, minacciata non più soltanto da “voci di corridoio” ma da una delibera della Giunta Provinciale (n°187 del 07-10-2011), ha fatto registrare nell’anno scolastico in corso un aumento di iscrizioni (finalmente, dopo anni, ad Alimena è attivo un intero corso)  e ulteriori aumenti sono previsti per il prossimo anno, vista la presenza quest’anno di due classi terminali di scuola media anziché una come negli anni passati.

 

Fatte queste dovute premesse rispetto alla tutela dei diritti dei lavoratori di ruolo e degli studenti, va rilevato come, rispetto al principio della statalizzazione, noi dell’USB Scuola non possiamo che esprimerci favorevolmente sulla base di diverse ragioni. In primo luogo politiche. Lottare per il mantenimento della gestione provinciale di un ente come l’I.P.C.L., difenderne la gestione paritaria, che non rispetta i criteri nazionali di reclutamento del personale docente precario (i soli che possono garantire equità ed evitare guerre fra poveri) non sono azioni che possono e devono rientrare nella visione politico-sindacale di una organizzazione che si dica di sinistra, meno che mai di un sindacato come il nostro che si propone di incarnare una visione radicale, conflittuale e antagonista.

 

La scuola, i suoi destini educativi e la sua organizzazione non possono restare nelle mani di privati o di politicanti che ne fanno il palcoscenico delle loro stesse trame, con le solite promesse della campagna elettorale di turno e una gestione politico-clientelare della peggior specie! L’auspicata statalizzazione potrà costituire allora uno dei processi che elimina alla radice tutta una serie di malfunzionamenti, anche organizzativi, dell’Istituto.

 

Rimaniamo perplessi, per non dire sbigottiti, circa la posizione assunta dalla CGIL - Funzione Pubblica, la quale difende per così dire “con le unghie e con i denti” la gestione provinciale dell’I.P.C.L., definendo l’Istituto un «fiore all’occhiello» dell’Amministrazione Provinciale, salvo poi, davanti alla netta presa di posizione del Presidente della Provincia Giovanni Avanti, cambiare idea e prospettare l’ipotesi della “regionalizzazione”, con l’unica finalità di evitare la statalizzazione e poter continuare a sguazzare in un sistema clientelare irrispettoso dei criteri di reclutamento nazionali del personale docente precario.

 

Ribadito che a nostro parere è necessario che il personale docente e non docente di ruolo venga garantito rispetto ai diritti acquisiti, non riusciamo a capire, poi, quali sarebbero i rischi che correrebbero i precari che in questi anni hanno lavorato nell’I.P.C.L. . Anzi, il fatto che le supplenze nelle varie sezioni dell’Istituto vengano assegnate sulla base delle statali “Graduatorie a esaurimento” o, a seconda della tipologia della supplenza, delle “Graduatorie di circolo e di istituto”, è per noi tutt’altro che un’ingiustizia. Lo riteniamo un auspicio! A rafforzare la nostra posizione, ricordiamo come, contro il nuovo Regolamento dell’I.P.C.L., sono stati avviati diversi ricorsi, peraltro alcuni dei quali ancora pendenti. Questo nuovo e “infiocchettato” Regolamento, infatti, ha istituito una blindatissima graduatoria di “prima fascia”, nella quale sono potuti rientrare quei pochi precari che, per fortuna o contingenza, hanno prestato servizio in una delle sedi dell’I.P.C.L. per almeno 360 giorni nell’ultimo triennio scolastico. Basterebbe ricordare il fatto che negli ultimi anni, compreso l’importantissimo ultimo triennio, le convocazioni dell’I.P.C.L. sono state effettuate con estremo ritardo rispetto alle convocazioni statali, per comprendere come parecchi dei precari che hanno lavorato nell’I.P.C.L. nell’ultimo triennio e che adesso occupano la prima fascia di cui sopra, sono coloro che, purtroppo, non sono riusciti a ottenere una nomina in una scuola statale, in quanto non hanno anzianità di servizio e (di conseguenza) punteggio sufficiente per poter ambire a un incarico o a una supplenza nelle scuole statali.

 

L’istituzione di una “privilegiata” prima fascia serve a nostro parere solo a creare divisioni, fratture e conflitti tra precari che, al contrario, dovrebbero lottare tutti nella stessa direzione, quella della difesa ad oltranza della scuola pubblica e della cultura! Nella misura in cui saranno inseriti a pieno titolo nelle graduatorie statali (a esaurimento e di istituto), i precari dell’I.P.C.L. saranno convocati come tutti gli altri precari sulla base del loro effettivo punteggio in graduatoria. La statalizzazione, pertanto, permetterà tra le altre cose l’entrata in vigore di criteri di reclutamento logici e coerenti anche per l’I.P.C.L., per ciò stesso, garanzia di equità e giustizia. Chi, al contrario, si pronuncia a favore del mantenimento dello status quo, vale a dire della gestione provinciale(o regionale) dell’I.P.C.L., sta solo, detto francamente, seguendo l’ennesima linea politico-sindacale clientelare, di parte, miope e dannosa!