TFA: i numeri, che non tornano, dell'Università di Palermo

 

L’Ateneo palermitano con l’Anno Accademico 2011/12 inaugura il nuovo accesso alle abilitazioni all’insegnamento che era venuto meno con la chiusura della SISSIS, ma numerosi dubbi circa la natura, la modalità di gestione e l’organizzazione dei famigerati TFA (tirocini formativi attivi) permangono.

 

Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza.

 

La normativa che disciplina l’attivazione dei percorsi relativi alla formazione iniziale del personale della scuola (D. M. del 10/09/2010, n. 249 - Regolamento concernente: «Definizione della disciplina dei requisiti e delle modalità della formazione iniziale degli insegnanti della scuola dell’infanzia, della scuola primaria e della scuola secondaria di primo e secondo grado, ai sensi dell’articolo 2, comma 416, della legge 24 dicembre 2007, n. 244») prevede il Tirocinio Formativo Attivo (TFA), un corso, della durata un anno, che abilita all’insegnamento in una specifica classe per la scuola secondaria di I e II grado e per l’insegnamento su posto comune nella scuola dell’infanzia e primaria. I corsi da attivare per il corrente anno accademico sono da considerarsi “transitori” per tutti i laureati o i laureandi che non hanno avuto modo di conseguire l’abilitazione mediante l’iscrizione alla SISSIS. A regime, invece, i TFA faranno parte del percorso curriculare.

 

Il Senato Accademico dell’Università di Palermo, nella seduta del 4 ottobre, ha approvato i TFA proposti dalle Facoltà palermitane: si tratta di tutte e sette le classi di abilitazione previste per il primo grado e di 20 delle 27 classi di abilitazione relative al secondo grado. Nessuna informativa, invece, circa l’ istituzione di specifiche classi di abilitazione e dei relativi percorsi di formazione, riguardanti la specializzazione per l’attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità, la cui organizzazione e gestione è per intero affidata dal MIUR alle università.

 

Con atto di delibera il Senato Accademico palermitano ha stabilito al momento l’utenza sostenibile relativa a ciascuna classe di abilitazione per la quale il singolo Ateneo propone il TFA. L’ultima parola, naturalmente, spetta al MIUR che, sulla base di questa dichiarazione di disponibilità, assegnerà gli effettivi posti da mettere a concorso.

 

Tutti i TFA, come indicato dal decreto che li disciplina, sono corsi a numero programmato nazionale (“il numero complessivo dei posti annualmente disponibili per l’accesso ai percorsi è determinato sulla base della programmazione regionale degli organici e del conseguente fabbisogno di  personale docente nelle scuole statali (…) maggiorato nel limite del 30% in relazione al fabbisogno dell’intero sistema nazionale di istruzione”, art. 5 comma 2 della normativa di riferimento) e, pertanto, il MIUR dovrà indicare, con apposito decreto, sia il numero dei posti assegnati per ciascun TFA sia le relative modalità di accesso (queste ultime indicate già nel decreto istitutivo dei corsi e affatto dissimili rispetto a quelle relative alle Sissis).

 

L’Ateneo di Palermo, come da procedura, ha provveduto al trasferimento telematico al MIUR delle proposte; poco prevedibili sono al momento i tempi dell’attivazione, subordinata  all’approvazione della proposta da parte del MIUR, e all’emanazione del Decreto Ministeriale sui posti e le modalità di accesso.

 

In allegato le proposte dell'Università di Palermo