A Catania presidio in prefettura sabato 5 alle 17 per chiedere la​ liberazione dei 18 pescatori "dimenticati" in Libia

Catania -

Il 1° settembre 2020, 18 pescatori che erano a bordo dei pescherecci siciliani Antartide e Medinea salpati da Mazara del Vallo, sono stati catturati dalla milizia del generale della Cirenaica Khalifa Belqasim Haftar. Subito dopo, l’autoproclamato LNA di Bengasi - Esercito Nazionale Libico – in cambio della​ liberazione dei 18 lavoratori,​ aveva chiesto l’estradizione di quattro scafisti libici detenuti in Italia perché condannati dal Tribunale di Catania per "la strage di ferragosto",: nell’estate del 2015 morirono 49 migranti perché​ gli scafisti libici impedirono alle persone chiuse nella stiva di risalire sul ponte dell'imbarcazione, colpendole con calci, pugni e cinghiate.

A oltre 90 giorni dal sequestro dei pescatori non si hanno notizie certe neanche sulle condizioni dei lavoratori degli equipaggi siciliani.​

Silenzio assoluto rotto da imbarazzanti interventi governativi, da Roma e da Palermo, frutto della strumentalizzazione politica e degli interessi del profitto sulla pelle dei 18 sequestrati. Intanto nessuno mette in discussione i trattati firmati da Minniti con le due fazioni libiche in guerra, trattati che hanno permesso la costruzione in Libia, con denaro italiano e dell'UE, dei campi di concentramento per internare le migranti e i migranti, campi dove vengono consumate violenze inaudite che spesso portano alla morte.

La Federazione del Sociale USB Catania, esprimendo​ incondizionata solidarietà ai 18 lavoratori e​ alle loro famiglie,​ contro ogni strumentalizzazione istituzionale e politica, partecipa al presidio che si svolgerà​ sabato 5 dicembre, dalle ore 17, in via Etnea, presso la prefettura, per chiedere la​ liberazione dei 18 lavoratori ostaggio a Bengasi.

Federazione Del Sociale USB Catania

4-12-2020