Mobilità/esodo: a Catania continuano le proteste

Catania -

Anche a Catania, come in tante altre città del Meridione, la protesta dei docenti costretti ad una mobilità coatta non ha tardato a farsi sentire.

L'appuntamento lanciato attraverso i social ha portato oggi un centinaio di lavoratori della scuola di fronte alla sede del Provveditorato. In molti, come ormai d'uso in questa protesta, recanti in mano un cartello indicante la città di trasferimento.

Anche qui la maggior parte dei docenti trasferiti viene da una esperienza decennale di insegnamento delle scuole della propria città; anche qui si profilano separazioni  traumatiche di famiglie con figli più o meno grandi, storie di affetti spezzati.

Usb Catania ha convintamente paartecipato a questa mobilitazione, distribuendo un volantino di sostegno alle richieste dei colleghi e al contempo di critica ai sindacati complici, firmatari di un accordo sulla mobilità che fin dall'inizio mostrava tutti i suoi limiti e rischi.

Nel suo intervento Claudia Urzì, del Coordinamento Nazionale Usb Scuola e da sempre attiva protagonista delle lotte degli insegnanti siciliani, ha ribadito la posizione del nostro sindacato: annullare questa mobilità farsa e trovare delle soluzioni praticabili per impedire questo esodo.

"Ho voluto invitare i  colleghi venuti da diverse parti della Sicilia orientale" – ha dichiarato la Urzì –  "alla manifestazione che abbiamo lanciato a Palermo per il 12 agosto". "La necessità di unire le lotte deve andare di pari passo con il riconoscimento che non tutti i sindacati sono uguali. USB può rappresentare oggi un orizzonte per chi vuole aprire gli occhi sulle nefandezze di cgil cisl e uil."