I 75 dipendenti avanzati di mansione

Bufera sull'Atm. Il sindaco Genovese: vicenda triste

La Cisl : «Pressioni politiche per molti». Regolare la posizione di 35

di Mauro Cucè

14 giugno 2007 - Gazzetta del Sud

 

Messina -

 

 

 

Messina - «Una vicenda triste, non c'è altro da aggiungere, almeno in questo momento». Il sindaco Francantonio Genovese non si tira indietro. Sul tavolo ci sono le polemiche piovute addosso alla dirigenza della Azienda Trasporti a seguito della delibera del febbraio 2007 che ha di fatto ratificato progressioni di qualifica per 75 dipendenti e un caso politico che rischia di esplodere e lasciare "vittime" sul terreno da un momento all'altro.

«Mi sto occupando personalmente di quanto accaduto all'Atm – continua il primo cittadino –. I nostri legali stanno vagliando la situazione per capire come stanno realmente le cose, nei prossimi giorni prenderemo delle decisioni. Ripeto comunque: si tratta di una vicenda molto triste».

Ipotesi commissariamento? Il sindaco non nega. «È ancora presto per dirlo e non so se ci sono i presupposti per arrivare a tanto, ma è un'ipotesi possibile che vaglieremo nei prossimi giorni».

Sulla stessa lunghezza d'onda l'assessore comunale alla Viabilità, con delega ai rapporti con l'Atm, Arturo Alonci: «Siamo molto preoccupati per la vicenda – conferma l'esponente della Giunta –, siamo cercando di capire come stiano realmente i fatti. Il sindaco si sta occupando di quanto accaduto in prima persona, perché vuol vederci chiaro. Il commissariamento è l'ultima ipotesi da prendere in considerazione, anche se in questo momento ci troviamo davanti ad un'Azienda che va senza ombra di dubbio rilanciata. Ci sono dei problemi, a cominciare dalla mancanza di un vero e concreto piano industriale, che vanno assolutamente risolti. Speriamo che al più presto l'Atm possa imboccare la strada giusta per uscire da questo momento di grande difficoltà».

Sin qui le dichiarazioni, che non lasciano intravedere nulla di positivo per l'Azienda trasporti e che palesano dolori di stomaco non tanto celati. Al centro della vicenda la decisione del Consiglio di Amministrazione dell'Atm che ha sancito progressioni di qualifica per 75 dipendenti, come denunciato dai rappresentanti di Rsu, Cub, Cub-Trasporti e SdL.

Queste sigle sindacali contestano alla dirigenza dell'Azienda Trasporti il passaggio di qualifica per gran parte dei 75 dipendenti in questione. Va precisato, infatti, che per 35 di loro si tratta di un atto dovuto, e assolutamente legittimo, a seguito di una transazione dei ricorsi in sede di giudizio (con rinuncia anche a ingenti somme), mentre per tanti altri sembrerebbero mancare completamente i presupposti. Una sorta di autostrada verso il paradiso, costruita con il cemento delle pressioni politiche?

«Per 40 lavoratori – si legge nel documento di Rsu, Cub, Cub-Trasporti e SdL – il costo dell'operazione rappresenta per l'azienda un aggravio di costi mensili a causa dell'inquadramento ad un parametro superiore. Contestiamo – continuano le sigle sindacali – l'unilaterale riconoscimento, anche in assenza di alcuna decisione di carattere giudiziario, dell'avanzamento di categoria di questi 40 inquadrati, operazione compiuta, non solo omettendo di attivare la normale forma di relazione sindacale e scavalcando l'obbligo della informativa e contrattazione con la Rsu , legittima rappresentanza dei lavoratori, ma adducendo un nuovo fabbisogno organico senza che ancora sia stata proposta ed approvata una pianta organica dell'azienda».

Sull'argomento da registrare anche l'intervento del segretario regionale Fit Cisl, Letterio Sturiale – tra i 35 promossi a seguito della transazione. «Siamo stufi di registrare imprecisioni e continue polemiche sterili che non affrontano i veri problemi dell'Azienda. Per quanto mi riguarda, assieme agli altri lavoratori che hanno ottenuto la mansione superiore a seguito della transazione, non ho ricevuto alcun regalo dall'Azienda. Chiedo, invece, una commissione d'inchiesta che faccia subito chiarezza sul perché alcuni lavoratori hanno ottenuto un riconoscimento di mansioni superiori senza averne i requisiti oggettivi e soggettivi ma per pressioni politiche anche da parte dell'attuale Amministrazione».

Un'accusa pesantissima che getta ulteriore benzina sul fuoco e riporta alla mente il caso Ato.